Esistono differenti modalità (o stili) con cui le persone fanno fronte ad eventi a carattere stressante, specie quando questi hanno un carattere minaccioso per la vita. Questo processo viene definito coping e comprende sia i processi cognitivi di attribuzione di significato alla situazione che si sta affrontando, sia sui comportamenti operativi adottati e manifestati dal soggetto. A questo punto, dovrebbe essere chiaro che la malattia può assumere significati diversi a seconda della storia, delle esperienze passate e della personalità e del vissuto di ogni singolo individuo e che tali significati influenzano il comportamento. A scopo esemplificativo, si riporta una breve storia di un caso rilevatosi all’ISMETT, ove è possibile intravedere quanto sopra-indicato:
“M. era un giovane padre di 32 anni, la cui figlia stava completando le visite per l’inserimento in lista d’attesa per trapianto di fegato, essendo affetta da Atresia delle vie biliari. Nonostante le informazioni date, questi continuava a sostenere che la malattia della figlia non era che il correlato punitivo di un suo”cattivo comportamento” del passato. In sostanza, dichiarava che durante il suo servizio di leva militare, aveva avuto un conflitto con un soldato di origine americana. Tale conflitto sfociò successivamente in una colluttazione fisica, con conseguenze molto gravi per il soldato americano. Il fatto di avere una figlia ricoverata in un Ospedale”americano”(ISMETT), a dire del genitore, era l’esemplificazione chiara di una punizione divina, alla quale non poteva fare altro che sottoporsi – tutto era colpa sua!”.
Nel caso di una malattia di natura effettivamente familiare o ereditaria, può dar luogo ad atteggiamenti di iper-protezione ansiosa, rifiuto, negazione, svalutazione di sé o del personale sanitario e questo per trovare una propria forma di equilibrio psichico. In questo caso è fondamentale un lavoro di “riformulazione cognitiva”, tramite un approccio psico-educativo, per dare la possibilità di affrontare e condividere i sentimenti di impotenza e dolore, di elaborare l’ostilità nei confronti di alcuni genitori che sembrano ostacolare il lavoro, di individuare le modalità più idonee per aiutare i genitori in difficoltà ad accostarsi al proprio bambino.
Dr. Rosario Girgenti
Psicologo Clinico
Coordinatore Servizi Ambulatoriali
UPMCI-ISMETT
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giovedì 10 dicembre 2009
Psychological evaluation and follow-up in liver transplantation

mercoledì 9 dicembre 2009
Una nuova area psicologica : Psicotrapiantologia
Con il termine Psico-Trapiantologia intendiamo indicare quella “nuova” area della psicologia tesa ad approfondire le svariate dinamiche psicologiche che ruotano attorno al trapianto di organi. Di certo, individuare tutte le variabili tenute in considerazione in quest’ambito è alquanto difficoltoso. Tra le altre cose, anche la letteratura a riguardo sembra alquanto ridotta. Questo articolo, dunque, vuole essere un momento di spunto/riflessione per spingere quanti fossero interessati ad approfondire tali argomentazioni. Nell’ambito della nostra pratica quotidiana ambulatoriale e/o ospedaliera IsMeTT (Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapia ad Alta Specializzazione), ci capita spesso di chiedere ai nostri pazienti il motivo di una visita psicologica in un centro trapianti. Spesso i pazienti rispondono con cognizione di causa, spiazzando anche le nostre aspettative. In effetti chi si avvicina ad affrontare un trapianto, ha già un suo vissuto fatto di sofferenza a causa di una patologia ingravescente che può anche portare alla morte. Per tanto, molti di loro valutano tal pratica chirurgica, ossia il trapianto, come l’unico e talvolta anche l’ultimo mezzo per poter sopravvivere. Proviamo ad immaginare l’intensità emotiva che caratterizza tali pazienti. In tal ambito si focalizza l’iniziale interesse dello psicologo, teso non solo a supportare psicologicamente il paziente, quindi a contenere le eventuali ansietà dello stesso, ma anche a valutare il suo status psico-clinico. Il compito dello psicologo, inoltre, deve mirare a valutare la consapevolezza che il paziente ha circa i rischi cui potrebbe andare incontro sottoponendosi ad un eventuale trapianto. In definitiva, risulta necessario valutare la capacità del paziente di firmare un “Consenso informato” e ciò è strettamente correlato allo stato cognitivo e psichico del paziente. L’importanza dell’area cognitiva, dunque, ha valore in riferimento alla “consapevolizzazione” dei rischi cui potrebbe andare incontro. Ciò presuppone, anche, la capacità gestionale del paziente, in ordine alla terapia da seguire nel post-trapianto. Tale possibile “deficit”, infatti, potrebbe inficiare severamente l’esito del trapianto, fino alla perdita dell’organo stesso, con tutte le conseguenze ad essa connesse.
Anche la presenza di eventuali psicopatologie può rappresentare un forte limite. Ma con quali psicopatologie abbiamo maggiormente a che fare? Quasi sempre ci troviamo di fronte a pazienti che hanno alle spalle una lunga storia clinica fatta di sofferenze e ciò, chiaramente, va a determinare uno stato di alterazione umorale di tipo ansioso-depressivo. Ci riferiamo alla realtà di un paziente affetto da Insufficienza Renale Cronica, sottoposto a trattamento emodialitico da lungo tempo (vissuta spesso come una sorta di sottomissione ad una macchina!), scompenso della malattia stessa (vedi ascite, encefalopatie...). Per tanto, quando ci troviamo di fronte a tali pazienti, il nostro intervento è mirato a stabilire un percorso psico-terapeutico a breve termine, secondo la teoria comportamentale-cognitiva, da noi ritenuta la più efficace, data la limitatezza dei tempi, in riferimento anche alla celere evoluzione della patologia medica dei pazienti con cui interagiamo. Un capitolo a parte spetta a quell’approccio terapeutico mirato alla risoluzione di fobie, dipendenze da sigarette... ove, abbiamo valutato un ottimo successo grazie alle tecniche della desensibilizzazione sistematica. In tal ambito, possiamo anche includere l’uso del Biofeedback per il Pain Management, ossia, lo sviluppo della capacità di gestione del dolore. Certamente, esistono anche casi psico-clinici maggiormente complessi, che richiedono un più attento monitoraggio e ci riferiamo a quei “pazienti a rischio”, ossia, quei soggetti che, per esempio, hanno una tendenza alla somatizzazione, ai soggetti con una pregressa storia alcolica e/o di tossicodipendenza etc...Questi ultimi, tra l’altro, vengono inviati nei Ser.T. per un percorso psicoterapeutico specialistico nel settore. In ogni caso, gli stessi vengono seguiti anche dal nostro Servizio, per un monitoraggio connesso a quelle variabili psicologiche collegabili all’eventuale percorso clinico da seguire per arrivare ad essere inseriti nella lista di attesa. I In definitiva, non è solo importante che il paziente smetta di bere (cambiamento di “Azione”), è necessario, infatti, che lo stesso ritrovi la fiducia in sé stesso per affrontare con motivazione e su un piano di realtà, un eventuale trapianto. Ciò, significa che deve essere anche nelle condizioni di saper gestire la propria emotività/ansietà di fronte a qualsivoglia complicazione clinica sia nel pre che nel post-trapianto. In tal senso, il lavoro dello psicologo deve mirare ad incrementare i “coping skills” del paziente che gli consentiranno di riorganizzare il proprio vissuto quotidiano in modo funzionale. Tale aspetto assume una sua valenza fondamentale nella realtà del paziente post-trapianto, argomento che presupporrebbe un nuovo e ampio capitolo, data la complessità delle dinamiche psicologiche che ruotano attorno al paziente “immerso in questa nuova realtà”.
Josephine G. Morana
Clinical Assistant Professor of Psychiatry
University of Pittsburgh School of Medicine
Chief Clinical Psychologist UPMCI-ISMETT
Responsabile U.O di Psicologia Clinica UPMCI-IsMeTT
Rosario Girgenti
Attending Psicologia Clinica
Responsabile Servizi Ambulatoriali
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domenica 29 novembre 2009
La valutazione psicologica per i trapianti d'organo - Seconda parte
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La valutazione psicologica per i trapianti d'organo - Prima parte
Una delle più interessanti applicazioni della psicologia clinica è senza dubbio quella legata all'ambito ospedaliero, ed in particolare quella concernente le terapie ad alta specializzazione ed i trapianti d'organo.
La valutazione psicologica dei pazienti in attesa di trapianto d'organo è infatti molto importante ed è prevista da un protocollo internazionale largamente condiviso. E' un aspetto decisivo che ho potuto constatare personalmente durante il periodo di tirocinio presso l'ISMETT (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione).
Fondamentalmente l'obiettivo principale della psicologia clinica è la prevenzione e la cura del distress psichico delle persone coinvolte nell'esperienza del trapianto.
Questo è infatti un momento di crisi e di passaggio che tende ad assumere connotati diversi in base alla gravità della malattia e alle caratteristiche soggettive del paziente. tale esperienza implica inoltre da parte del paziente la capacità di tollerare le esperienze dolorose (tolleranza dello stress in relazione all'ospedalizzazione) e mette a dura prova le capacità di adattamento.
Il trapianto stesso presenta profonde implicazioni psicologiche, legate alle componenti affettive, sociali ed interpersonali.
Da un punto di vista emozionale il paziente in attesa di trapianto può presentare diverse reazioni, che comprendono ansia, depressione, senso di disperazione o di morte imminente.
Peraltro il fatto che il trapianto rimane per molti pazienti l'unica via percorribile può innescare reazioni di disperazione. A volte l'ansia dei pazienti può riguardare il fatto che dovranno essere inseriti in lista d'attesa e che quindi dovranno attendere tempi lunghi prima dell'intervento.
Purtroppo il numero di organi oggi disponibile per la donazione risulta ancora insufficiente, anche se si è cercato in parte di risolvere il problema attraverso i trapianti da donatore vivente. … Continua …
Francesco Greco
Specializzando in psicoterapia cognitivo-comportamentale
Psychology resident ISMETT-UPMC
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sabato 28 novembre 2009
Contatti - Psicotrapiantologia | Blog

Dr. Josephine G Morana, Department of Clinical Psychology, Mediterranean Institute for Transplantation and Advanced Therapies (ISMETT), University of Pittsburgh Medical Center, Via Tricomi 1, Palermo 90127, Italy. Mail: jmorana@ismett.edu
Trapianti d'organo
In questa sezione potrai trovare tutti i documenti e gli articoli riguardanti i trapianti d’organo, ed in particolare quelli relativi al trapianto di fegato, di rene e di cuore.
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