domenica 29 novembre 2009
La valutazione psicologica per i trapianti d'organo - Seconda parte
Dubbi, paure e frustrazioni possono in certi casi avere un impatto tale da creare le premesse per una non accettazione del trapianto.
Per tutti questi motivi il lavoro di assessment psicologico e la valutazione iniziale (work-up) sono di fondamentale importanza al fine di considerare i pazienti come possibili candidati per l'inserimento in lista d'attesa.
In generale, gli organi che si possono trapiantare oggi sono: reni, pancreas, cuore, polmoni, cornea, placenta, midollo osseo, fegato. Proprio il trapianto di fegato (OLTx, cioè Orthopic Liver Transplantation) anche se abbastanza frequente, è tra gli interventi chirurgici che maggiormente possono creare nei pazienti stress, ansia e depressione.
Durante la valutazione psicologica ci si avvale chiaramente del colloquio clinico, dell'intervista semistrutturata nonché di specifici strumenti testologici.
La valutazione comprende l'analisi di una molteplicità di aree che riguardano il paziente.
Si tiene conto innanzitutto del grado di collaborazione (compliance), nonché delle aspettative circa il trapianto.
Fondamentale è la valutazione del grado di consapevolezza della malattia ed il vissuto collegato.
La verifica del grado di accettazione del proprio stato di salute è infatti molto importante e può rappresentare un fattore di sostegno del piano terapeutico.
Un altro aspetto da considerare concerne l'immagine di se del paziente ed il suo funzionamento globale, considerando anche la presenza di risorse tali da tollerare un eventuale fallimento del trapianto.
L'analisi delle risorse e dei punti critici non riguarda esclusivamente il singolo soggetto ma considera globalmente l'ambiente sociale in cui è inserito (come l'ambiente familiare di sostegno e altri eventuali fattori protettivi).
Francesco Greco
Specializzando in psicoterapia cognitivo-comportamentale
Psychology resident ISMETT-UPMC
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